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Il pollo è un piatto indispensabile sulla nostra tavola. Il suo costo è basso e ci sono molti modi per cucinarlo. Ma sai in quali parti del pollo ci sono molti parassiti? Se ne mangi troppi, potresti danneggiare il tuo organismo. Ma molte persone continuano comunque a mangiarli con gusto. Sai di quali parti del pollo stiamo parlando?

Polmoni di pollo. Nei polmoni ci sono molti parassiti e batteri. Anche dopo la cottura ad alta temperatura, è possibile rimuovere solo alcuni di quelli che sono sensibili alle alte temperature. Tuttavia, ci sono anche molti batteri resistenti alle alte temperature che si accumulano nei polmoni. Se entrano nell’organismo umano, possono causare facilmente malattie. Anche se non ci sono reazioni visibili, è comunque un pericolo nascosto, quindi non consigliamo di mangiare i polmoni di pollo.

Codino di pollo. È risaputo che il codino di pollo è la parte del corpo da cui i pulcini espellono le feci. Ci sono molti parassiti e batteri. Se si mangiano troppe codine di pollo, si può danneggiare il proprio organismo. Quindi, per il bene della propria salute, è meglio mangiarne meno.

Testa di pollo. In realtà, quando un pollo mangia, può ingoiare alcune sostanze non molto utili e queste sostanze si accumuleranno nella testa del pollo dopo la filtrazione. Forse l’assunzione di una o due teste di pollo non avrà alcun effetto, ma se ne mangi troppe, queste sostanze dannose si combineranno con la carne e avranno un certo impatto negativo sulla salute.

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Dal 1° gennaio 2023 si applicheranno le nuove norme Ue che limitano la presenza di PFAS (sostanze tossiche prodotte dall’industria) nelle acque reflue e negli alimenti (in particolare nelle uova, nel pesce e nella carne). Se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, questi acidi altamente nocivi, penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e prodotti agricoli, e quindi gli alimenti, causando gravi danni alla salute umana. I PFAS a cui fanno riferimento le nuove regole Ue sono quattro: l’acido perfluorottano solfonico (PFOS), l’acido perfluoroottanoico (PFOA), l’acido perfluorononanoico (PFNA) e l’acido perfluoroesano solfonico (PFHxS). Queste sostanze (note negli USA anche come “forever chemicals”, vista la loro persistenza nell’ambiente) sono considerate tra i fattori di rischio per un’ampia serie di patologie.

Studi hanno riscontrato che i PFAS vengono assorbiti in modo particolarmente veloce dall’organismo, e possono accumularsi e depositarsi nel plasma, nel fegato e nei reni del corpo umano, causando importanti danni alla salute umana, tra cui: disfunzioni del sistema immunitario e malattie alla tiroide; aumento del rischio di cancro al rene o ai testicoli; sviluppo di malattie metaboliche, come obesità e diabete di tipo 2; infertilità e patologie gestazionali; aumento della pressione sanguigna nelle donne in gravidanza. Ora un nuovo studio, condotto dagli scienziati dell’Environmental Working Group, ha rilevato che il pesce d’aqua dolce è talmente contaminato da PFAS che consumarne anche una singola porzione all’anno equivale a bere per un mese acqua con concentrazioni elevate di queste sostanze.

Cosa sono i PFAS

I PFAS sono Sostanze Perfluoro Alchiliche utilizzate nell’industria sin dagli anni cinquanta, per rendere impermeabili tessuti e carta, o per rendere anti-aderenti pentole e rivestimenti per contenitori di alimenti. Ma si trovano anche in schiume antincendio, detergenti per la casa, prodotti per l’igiene personale, cosmetici, ecc. La composizione chimica li rende, da un lato particolarmente resistenti sia al calore che ad altri agenti chimici, permettendo i molteplici utilizzi in campo industriale, e dall’altro estremamente persistenti nell’ambiente e quindi rischiosi per la salute dell’uomo.

Sono infatti definite “sostanze chimiche eterne”, poiché non si decompongono mai nell’ambiente. Se non vengono smaltite correttamente, sia dal produttore che dal consumatore, finiscono nelle falde acquifere, raggiungendo i campi e i prodotti agricoli, e l’acqua potabile erogata dai rubinetti (principale fonte di contaminazione per l’uomo).

Lo studio

I ricercatori dell’EWG hanno analizzato i dati di oltre 500 campioni di filetti di pesce catturati in varie zone degli Stati Uniti dal 2013 al 2015 nell’ambito di programmi di monitoraggio condotti da diversi enti degli USA. Fra questi l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (EPA), il Great Lakes Human Health Fish Fillet Tissue Study e il National Rivers and Streams Assessment. Dall’analisi dei campioni è emerso che le concentrazioni medie di PFAS nei filetti di pesce catturati nei fiumi e nei torrenti era pari a 9.500 nanogrammi per chilogrammo (ng/kg), mentre nei pesci dei Grandi Laghi si arrivava a 11.800 ng/kg.

“I risultati di questi test sono incredibili. Mangiare un pesce equivale a bere acqua contaminata da PFAS per un mese”, ha affermato il dott. Scott Faber, dirigente di EWG.

Mangiare un pesce di acqua dolce equivale a bere per un mese acqua contaminata

La sostanza chimica maggiormente rilevata nei pesci d’acqua dolce esaminati è stata l’acido perfluoroottansulfonico (PFOS): le concentrazioni negli animali costituivano circa il 75% del totale. Sulla base delle analisi condotte dalla Food And Drug Administration (FDA), i livelli medi rilevati sono risultati oltre 280 volte superiori a quelli dei pesci venduti nelle pescherie e nei locali commerciali. “Il consumo frequente di pesce d’acqua dolce contaminato da PFOS – ha affermato il dott. David Andrews, autore principale dello studio – può causare aumenti significativi dei livelli sierici di questa sostanza chimica nelle persone, creando potenziali rischi per la salute. Ma anche il consumo meno frequente di pesce d’acqua dolce può aumentarli”. “Andavo a pescare ogni settimana e mangiavo quei pesci – ha aggiunto Andrews -, ma ora, quando vedo il pesce, tutto quello a cui penso è la contaminazione da PFAS”.

La necessità di nuovi test

Alla luce di questi risultati allarmanti, gli scienziati dell’EWG sottolineano l’importanza di effettuare ulteriori test su alimenti come il pesce, che rilevino la presenza di PFAS in elevate concentrazioni, poiché la dieta rimane una delle principali fonti di esposizione per l’uomo a queste sostanze nocive. “Identificare le fonti di esposizione al PFAS è una priorità urgente per la salute pubblica”, ha concluso Tasha Stoiber, co-autore dello studio.

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Sei curioso di scoprire come il tuo mese di nascita possa influenzare la tua vita e il tuo carattere? Partiamo con il dire che, secondo una ricerca condotta alla Columbia University di New York, il mese in cui sei nato potrebbe avere un impatto sorprendente sulla tua personalità e sulla tua salute, al di là dell’oroscopo e del segno zodiacale. Quindi, preparati a scoprire una prospettiva completamente nuova su te stesso e sugli altri!

Se sei nato a gennaio, potresti essere una persona testarda e ambiziosa, che tende a non dare molto peso all’opinione degli altri. Tuttavia, sei anche molto socievole, sensibile, passionale e fedele. D’altra parte, se sei nato a febbraio, potresti essere uno spirito libero e un sognatore, ma potresti anche essere timido e avere difficoltà nell’esprimere i tuoi sentimenti.

Le persone nate a marzo, invece, sono spesso tranquille, pacate, dolci, affettuose e affabili, e cercano la serenità in ogni relazione, detestando le incomprensioni. Se sei nato ad aprile, sei probabilmente una persona dinamica e impulsiva, sempre alla ricerca di nuove sfide da affrontare. Mentre i nati a maggio sono affascinanti e amanti delle tentazioni, ma anche volubili e difficili da capire.

Se sei nato a giugno, sei generalmente sensibile, premuroso e dolce, ma potresti anche lottare per realizzare i tuoi desideri. D’altra parte, se sei nato a luglio, sei molto eloquente e affabile, spesso assumento ruoli di leadership sia sul lavoro che nella vita privata, anche se potresti avere qualche difficoltà nell’ascoltare gli altri.

Se sei nato ad agosto, risplendi di energia e passione, ma sei anche profondo, generoso e appassionato. Al contrario, i nati a settembre tendono ad essere introversi e silenziosi, ma sono anche intelligenti, onesti e sensibili, con grandi aspettative verso gli altri che spesso possono portare a delusioni.

Passando ai nati ad ottobre, sono spesso stabili ed equilibrati, ma anche affascinanti ed attraenti. Tuttavia, odiano i confronti diretti e cercano di evitarli a tutti i costi. Mentre coloro che sono nati a novembre possono sembrare chiusi e riservati, ma in realtà sono avventurosi e innovatori (e anche molto passionali).

Infine, chi è nato a dicembre tende ad essere molto legato alle proprie origini e alla famiglia, anche se può sembrare un po’ instabile dal punto di vista sentimentale, essendo un po’ troppo testardo. Tuttavia, con le persone a cui tiene, è estremamente amorevole e generoso.

Ti sei riconosciuto in queste descrizioni? Non si tratta di regole fisse, ma è interessante notare come il mese di nascita possa avere un’influenza sulla nostra personalità e sul nostro carattere…

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Il campo della ricerca medico-scientifica è sempre al lavoro, impegnato sia a prevenire sia a curare le patologie di cui soffriamo. Da una parte, infatti, la prevenzione e l’identificazione dei sintomi permettono di riconoscere il problema intervenendo in maniera rapida. Dall’altra parte, poi, lo sviluppo delle cure più adeguate a ciascuna patologia assicura una qualità di vita migliore ai pazienti. E tra i campi maggiormente studiati, il sistema cardiovascolare occupa una posizione privilegiata, considerato che infarto e ictus sono tra le cause principali di morte precoce.

A tale proposito, l’appartenenza a un determinato gruppo sanguigno potrebbe influenzare proprio il rischio di ictus. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata in cui alcuni studiosi hanno approfondito la relazione tra gruppo sanguigno e ictus sviluppato in giovane età. Nel dettaglio, è emerso che i soggetti con ictus precoce appartenevano con maggiore probabilità al gruppo sanguigno A. Minori, invece, le probabilità che soggetti appartenenti al gruppo 0 sviluppassero precocemente la patologia.

Secondo quanto si legge nell’articolo, il campione ha messo a confronto 5.825 persone colpite da ictus precoce con 29.320 soggetti sani. Tale analisi ha messo in luce che ben il 48% di chi era stato colpito da ictus precoce e il 45% delle persone con ictus tardivo apparteneva al gruppo sanguigno A. Il legame che è emerso, dunque, merita di essere approfondito ma può già delineare nuove prospettive in termini di prevenzione.

Complessivamente, poi, la ricerca conferma l’importanza di adottare abitudini sane – a tavola e non solo – che possano ridurre le situazioni di rischio ulteriore. Tra i consigli principali: mantenere la pressione sanguigna entro i valori considerati normali, non fumare, praticare regolare attività fisica e limitare il consumo di alcolici. Inoltre, in caso di dubbi, è sempre buona norma fare riferimento al proprio medico curante che, conoscendo il quadro generale, riuscirà sicuramente a fornirci tutte le informazioni necessarie.

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Nessuno può prevedere con esattezza quando arriverà il nostro ultimo giorno, ma ci sono alcuni sintomi che possono indicare che una persona morirà presto. È importante conoscere questi sintomi per essere preparati all’eventuale morte dei propri cari e per aiutarli a superare questo momento difficile.

Diminuzione dell’attività e dell’energia Se una persona che di solito era attiva ed energica ha iniziato a diventare molto stanca e a riposare spesso, questo può essere un segno che il suo corpo si sta preparando a morire.

Diminuzione dell’appetito e della sete Se una persona ha iniziato a rifiutare cibo e bevande, questo può essere un segno che il suo corpo sta iniziando a terminare il suo ciclo vitale.

Difficoltà di respirazione Una persona che sta morendo presto può avere difficoltà a respirare. Potrebbe respirare pesantemente o sospirare frequentemente, oltre a provare dolore al petto.

Cambiamento del colore della pelle La pelle di una persona che sta per morire può diventare pallida, grigia o giallastra. Ciò è dovuto a cambiamenti nella circolazione sanguigna e nel metabolismo.

Diminuzione della memoria e della coscienza Una persona che sta morendo presto può iniziare a perdere la memoria e la coscienza, in altre parole cadere in uno stato comatoso.

Se notate uno o più di questi sintomi in una persona cara, è importante cercare aiuto e supporto da parte di professionisti. Può trattarsi di un medico, di uno specialista in cure palliative o di un consulente di fine vita. Questi professionisti possono aiutare a gestire i sintomi, ad alleviare il dolore e il disagio e a fornire supporto e consigli alle famiglie e ai propri cari.

Nessuno può prevedere la morte, ma possiamo aiutare le persone che si trovano nella fase finale della loro vita a sentirsi più a loro agio e in pace. Conoscere questi sintomi ci aiuterà ad essere più preparati ad affrontare una situazione difficile e imprevedibile.

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Se avete un problema di odore dei piedi, esiste un metodo semplice per eliminarlo. Immergere le gambe nel sale di Epsom dà ottimi risultati. Vale la pena conoscerlo meglio, perché è un rimedio efficace per molti disturbi.

Che cos’è il sale di Epsom?

Il sale di Epsom è noto anche come sale inglese. È un composto minerale, una combinazione di acido solforico e sali di magnesio, cioè solfato di magnesio.

È conosciuto nel nostro Paese da molto tempo. Negli ultimi tempi sta guadagnando nuovamente molta popolarità. Ciò è dovuto senza dubbio al fatto che può essere utilizzato per molti disturbi.

Questo sale contiene grandi quantità di magnesio e quindi ha proprietà rilassanti e rigeneranti e ha un effetto positivo sul nostro sistema nervoso, muscolare, articolare e osseo.

Soprattutto, viene utilizzato per preparare vari tipi di bagni, per tutto il corpo o per una parte specifica.

La sostanza specifica può anche essere ingerita. Tuttavia, ciò avviene solo in situazioni particolari. Innanzitutto, quando siamo avvelenati da qualcosa o quando vogliamo purificare il nostro corpo. Questo perché il sale di Epsom ha proprietà disintossicanti e lassative che aiutano a regolare il metabolismo, se necessario.

Alcune persone lo usano anche prima delle visite mediche. Soprattutto quelli in cui è bene avere una lassazione molto accurata dell’intestino.

Recenti ricerche mediche suggeriscono che il sale di Epsom possa essere utile anche per la perdita di peso. Per il momento sono stati condotti troppo pochi studi al riguardo per poterne essere certi. Inoltre, le opinioni delle persone che hanno utilizzato il sale a questo scopo variano notevolmente.

Quali sono i benefici dell’immersione dei piedi nel sale di Epsom?

Se siete alle prese con un odore ricorrente dei piedi che si ripresenta relativamente spesso, il sale di Epsom è un’ottima soluzione a questo problema, nonostante l’igiene del corpo.

È sufficiente versare una manciata di questo sale (mezza tazza dovrebbe essere del tutto sufficiente) in una bacinella piena di acqua calda e immergervi i piedi per 20 minuti. Questa procedura di immersione dei piedi nel sale di Epsom dovrebbe essere ripetuta ogni pochi giorni.

Vale la pena di aggiungere che in questo modo non solo vi libererete dell’odore sgradevole. Si eviterà anche lo sviluppo della tigna ai piedi e ci si proteggerà da molte infezioni e batteri.

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Originaria di Halewood, nel nord-ovest dell’Inghilterra, Kami Lester sottolinea a posteriori di essere stata estremamente fortunata. Grazie all’individuazione del cancro in una fase relativamente precoce, è ancora viva. Non vuole nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se non si fosse sottoposta a una mammografia nel novembre 2021.

La 52enne ricorda che si è sottoposta all’esame come misura preventiva; prima non aveva alcun disturbo, anzi, si sentiva benissimo ed era in ottima forma.

Dopo l’esame, i medici l’hanno invitata a fare una nuova visita in ospedale, la donna sentiva che qualcosa non andava. L’esame ha rivelato la presenza di tre tumori nel seno destro della donna. La paziente ricorda che l’esperienza della diagnosi e del trattamento è stata come un “turbine”, tutto è accaduto in un lampo.

Per fortuna ha potuto contare sul sostegno dei figli e del marito. – Hanno cercato di accettare tutto”, sottolinea la donna.

A febbraio è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’asportazione del tumore, poi alla radioterapia e per i prossimi cinque anni sarà sottoposta alla terapia utilizzata per il trattamento del cancro al seno ormono-dipendente.

– Ora mi sto concentrando sul recupero della mia salute fisica. Ho iniziato a praticare yoga e nuoto”, dice Kami.Quali possono essere i sintomi del cancro al seno?

Il sintomo più comune del cancro al seno è un nodulo. A volte le pazienti notano anche un cambiamento nella forma del seno o un ingrossamento del capezzolo.

Sintomi del cancro al seno:

* un nuovo nodulo o un’area palpabile di tessuto ispessito nel seno che prima non c’era,

* un cambiamento delle dimensioni o della forma di uno o di entrambi i seni,

* irrigidimento del capezzolo verso il centro del seno,

* fuoriuscita di sangue dal capezzolo,

* un nodulo o un rigonfiamento sotto una delle ascelle,

* un’eruzione cutanea sul capezzolo o intorno ad esso,

* un cambiamento nell’aspetto del capezzolo, come ad esempio il suo abbassamento rispetto all’intero seno.

* irritazione della pelle intorno al capezzolo e del capezzolo,

* Il cancro è al secondo posto tra le cause di morte delle donne in Polonia (22,9%), subito dopo le malattie cardiovascolari. La maggior parte delle donne polacche soffre di cancro al seno (22,5%), di cancro al colon-retto (9,9%), seguito dal cancro ai polmoni al terzo posto (9,4%).

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La comunità dei farmacisti e dei titolari di farmacia polacchi protesta contro la promulgazione di modifiche alla legge farmaceutica. La legge attualmente in fase di approvazione da parte del Parlamento polacco tiene conto solo degli interessi di un piccolo gruppo di grandi grossisti farmaceutici, ignorando le conseguenze negative per i pazienti. I cittadini polacchi, in particolare: i pazienti, gli anziani e tutti coloro che hanno bisogno di medicinali immediati e salvavita, saranno i più penalizzati dalle modifiche proposte. La nuova legge comporterà difficoltà di accesso alle farmacie, farmaci molto più costosi e la perdita di posti di lavoro per i giovani farmacisti. Ecco perché oggi diciamo chiaramente: “Stop alla chiusura delle farmacie! Stop al sovrapprezzo dei farmaci! La farmacia deve essere al servizio del paziente, non di un ristretto numero di grossisti farmaceutici.

A nome dell’ambiente che rappresenta un’enorme fetta del mercato farmaceutico, che comprende sia entità di livello nazionale che piccole catene a conduzione familiare, chiediamo che vengano respinte le proposte di modifica della “Legge farmaceutica” attualmente in corso.

Le modifiche alla legge proposte dai parlamentari servono a un gruppo molto ristretto di farmacisti che sono legati da programmi di partnership con il più grande grossista farmaceutico della Polonia. Sono loro che rafforzeranno ulteriormente la loro posizione dominante, rendendo l’attività farmaceutica redditizia solo per pochi eletti. I pazienti pagheranno per questo. Qualsiasi modifica al mercato farmaceutico dovrebbe essere fatta pensando al bene dei pazienti, non a un gruppo ristretto di imprenditori. I politici che sono al servizio dei cittadini e non della politica dovrebbero essere ben consapevoli di questo.

Con l’accattivante slogan “La farmacia per il farmacista”, i pazienti polacchi vengono intrappolati, poiché la riduzione del numero di farmacie e la loro dispersione comportano farmaci più costosi e di più difficile accesso. I farmaci per i polacchi dovrebbero essere accessibili ed economici!

Il numero di farmacie in Polonia è in costante diminuzione dall’adozione dei cambiamenti “Farmacia per il farmacista” nel 2017. Le attuali modifiche proposte purtroppo accelereranno questo processo. Già oggi, in molte città, soprattutto nelle aree rurali o nei piccoli centri, esiste una sola farmacia che, non minacciata dall’emergere della concorrenza, beneficia della sua posizione di monopolista locale, applicando prezzi elevati per i farmaci e offrendo una gamma limitata di prodotti. Le farmacie raggruppate in una catena di farmacie – il più delle volte piccole e a conduzione familiare, visto che in Polonia ce n’è il maggior numero – possono permettersi di mantenere una farmacia laddove una singola farmacia non può sopravvivere.

Pertanto, queste farmacie sono più vicine alla gente. Per gli anziani e i malati, la distanza dalla farmacia e il prezzo dei farmaci sono di grande importanza.

Oggi, attraverso la porta di servizio della legislazione, segretamente, senza alcuna consultazione pubblica, con il sostegno della Camera Farmaceutica Suprema, che rappresenta solo i beneficiari dei cambiamenti, cioè un ristretto gruppo di interessi – la legge viene modificata a svantaggio dei pazienti polacchi. Sottolineiamo chiaramente che solo selezionati imprenditori farmaceutici e grandi grossisti farmaceutici, che già dettano i prezzi e la disponibilità per i pazienti polacchi, beneficeranno delle modifiche proposte alla legge.

Saranno i grandi grossisti farmaceutici, acquisendo una posizione negoziale più forte rispetto alle piccole farmacie non associate, a decidere i nuovi prezzi più alti dei farmaci per i pazienti. Oggi i grossisti farmaceutici hanno un attore forte dall’altra parte: le catene di farmacie che riescono a negoziare con successo prezzi bassi dei farmaci e alta disponibilità. La mancanza di farmacie raggruppate che lavorano insieme significa possibilità illimitate di aumentare i margini, aumentare i prezzi dei farmaci e aumentare i profitti. Tutto ciò si ripercuoterà in ultima analisi sulle tasche dei pazienti.

La nuova legge protegge gli interessi di pochi e colpisce la stragrande maggioranza dei pazienti! I più poveri e gli anziani saranno i primi ad essere colpiti negativamente dai cattivi cambiamenti della legge. Per loro, i farmaci diventeranno sicuramente più costosi e il viaggio verso la farmacia diventerà molto più lungo.

Le leggi dovrebbero essere redatte in modo trasparente, sulla base di un’ampia consultazione pubblica. Questa volta, però, non è stato così. Nascosto all’opinione pubblica, in modo antidemocratico e anticostituzionale, si è cercato di far passare modifiche legislative dannose. In questo modo, la legge è stata destabilizzata, causando ansia tra gli investitori (polacchi e stranieri), per i quali, dopo tutto, chi è al potere è così preoccupato. Sembra che in nome degli interessi di un gruppo specifico e ristretto, anche a scapito dei cittadini polacchi, sia possibile una modifica legislativa che ribalta l’ordine giuridico.

La chiusura di migliaia di farmacie comporta anche la perdita di migliaia di posti di lavoro. Non siamo d’accordo nemmeno su questo.

Come comunità, non resteremo passivi di fronte a cambiamenti così dannosi.

Nei prossimi giorni intraprenderemo attività molto ampie per informare i polacchi sulle conseguenze dell’attuazione della legge in corso, sui suoi beneficiari e su tutti coloro che sono responsabili nei confronti dei cittadini dei problemi derivanti dalle modifiche proposte alla legge. Stiamo lanciando azioni dirette ai pazienti delle nostre farmacie, oltre a una vasta campagna informativa sui media. Vogliamo rendere tutti consapevoli della dannosità sociale e legale delle soluzioni attualmente promosse dal Sejm.

Con questo, lanciamo un appello molto chiaro: LA FARMACIA PER I PAZIENTI!

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Anche il caffè e il cioccolato possono causare anomalie, ma non sono principalmente legati al cancro.

Il medico ha evidenziato i fattori legati all’alimentazione, come il consumo eccessivo di carne rossa e lavorata chimicamente e una dieta povera di fibre.

L’oncologo ha osservato che l’alcol contribuisce al cancro solo indirettamente. Pilev ha anche raccomandato di evitare il consumo di cibi troppo caldi.

“Qualsiasi cibo caldo può causare infiammazioni nell’esofago, aumentando il rischio di cancro”, ha spiegato.

Ha sottolineato che la dieta deve essere equilibrata, con una quantità sufficiente di proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali.

È importante non consumare quantità incontrollate di proteine animali con grassi saturi, poiché ciò può aumentare il rischio di cancro.

Il medico raccomanda invece di aumentare l’assunzione di verdura, frutta e cereali, che arricchiscono l’organismo di nutrienti e fibre.

“È anche importante condurre uno stile di vita attivo e sottoporsi a controlli regolari per monitorare la propria salute”, aggiunge l’oncologo. Ricordate che i fattori di rischio per il cancro non si limitano alla dieta. Essi comprendono anche la genetica, l’età, lo stile di vita e alcuni fattori professionali. Tuttavia, dato il suo impatto sulla salute generale, una corretta alimentazione può svolgere un ruolo importante nella prevenzione del cancro.

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Il campo della ricerca medico-scientifica è sempre al lavoro, impegnato sia a prevenire sia a curare le patologie di cui soffriamo. Da una parte, infatti, la prevenzione e l’identificazione dei sintomi permettono di riconoscere il problema intervenendo in maniera rapida. Dall’altra parte, poi, lo sviluppo delle cure più adeguate a ciascuna patologia assicura una qualità di vita migliore ai pazienti. E tra i campi maggiormente studiati, il sistema cardiovascolare occupa una posizione privilegiata, considerato che infarto e ictus sono tra le cause principali di morte precoce.

A tale proposito, l’appartenenza a un determinato gruppo sanguigno potrebbe influenzare proprio il rischio di ictus. Ad affermarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista specializzata in cui alcuni studiosi hanno approfondito la relazione tra gruppo sanguigno e ictus sviluppato in giovane età. Nel dettaglio, è emerso che i soggetti con ictus precoce appartenevano con maggiore probabilità al gruppo sanguigno A. Minori, invece, le probabilità che soggetti appartenenti al gruppo 0 sviluppassero precocemente la patologia.

Secondo quanto si legge nell’articolo, il campione ha messo a confronto 5.825 persone colpite da ictus precoce con 29.320 soggetti sani. Tale analisi ha messo in luce che ben il 48% di chi era stato colpito da ictus precoce e il 45% delle persone con ictus tardivo apparteneva al gruppo sanguigno A. Il legame che è emerso, dunque, merita di essere approfondito ma può già delineare nuove prospettive in termini di prevenzione.

Complessivamente, poi, la ricerca conferma l’importanza di adottare abitudini sane – a tavola e non solo – che possano ridurre le situazioni di rischio ulteriore. Tra i consigli principali: mantenere la pressione sanguigna entro i valori considerati normali, non fumare, praticare regolare attività fisica e limitare il consumo di alcolici. Inoltre, in caso di dubbi, è sempre buona norma fare riferimento al proprio medico curante che, conoscendo il quadro generale, riuscirà sicuramente a fornirci tutte le informazioni necessarie.

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